TERAMO – Chiede un voto “di gendarmeria" e non di protesta, un voto "alla specificità dei nostri candidati che vigileranno sul rispetto delle regole in questa regione”. A lanciare l’appello ad una settimana esatta dalle Regionali è il leader dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, ieri pomeriggio a Teramo per sostenere la candidatura di Mauro Sacco. Al suo fianco, il coordinatore regionale Alfonso Mascitelli e la candidata alle Europee Simonetta Schiazza. “Siamo nel centrosinistra – spiega il presidente onorario – perché è necessario fare squadra per vincere. Ma il nostro ruolo dopo il 25 maggio sarà quello di controllare che le cose siano fatte ‘con le mani pulite’. La legalità non appartiene né alla sinistra né alla destra”. Durante la tappa teramana del suo tour in Abruzzo Di Pietro parla delle ultime vicende nazionali, dal caso Expo alle ‘larghe intese’ (“non ci siamo piegati agli accordi destra-sinistra e abbiamo avuto ragione”), fino all’attacco al nemico di sempre Berlusconi (“ha fatto politica per i suoi interessi e non per quelli dei cittadini”). Poi la presentazione di Mauro Sacco, “un candidato espressione del territorio – lo introduce il leader nazionale – come gli altri che abbiamo scelto per le Regionali e per le Europee, dove io non sono candidato. La nuova Italia dei Valori ha voluto nelle liste persone che tutti possono conoscere, ecco io sono qui per chiedere un voto per loro”. L’ex consigliere provinciale e medico Sacco punta tutto sui fallimenti del quinquennio targato Chiodi: “E’ stato il peggior presidente di sempre. Dopo cinque anni di centrodestra – attacca – abbiamo una sanità ridotta ai minimi termini, con 160 milioni di debiti dovuti alla mobilità passiva e liste d’attesa lunghissime. Il nostro impegno è per una rivisitazione totale del sistema sanitario regionale, a partire dall’implementazione delle strutture di base”. Ancora, il dramma del lavoro: “In questi anni, l’Abruzzo ha perso 30mila posti di lavoro. Solo in quest’inizio 2014 – continua Sacco – i nuovi disoccupati sono stati mille e 300, mentre hanno chiuso 4mila aziende. Dovremo lavorare per cambiare questa regione disastrata”. Non risparmia accuse al centrodestra neanche Mascitelli: “Non è casuale se siamo in questa città. Da qui, cinque anni fa Chiodi partì parlando del ‘modello Teramo’. Abbiamo visto quali sono stati i risultati, due assessori dimessi per questioni giudiziarie e un vicepresidente coinvolto in un’altra inchiesta”. “Quello del centrodestra – ha continuato il senatore – è stato un riformismo cartaceo fatto di annunci e poca sostanza. Oggi siamo una regione con 5 consorzi industriali e 4 acquedottistici. Gli abruzzesi stanno pagando i debiti di questi carrozzoni e, dopo il 25 maggio, bisognerà scoperchiare anche i conti in rosso dell’Arpa”.
-
Il sindaco dell’Aquila guadagna consenso, D’Alberto tiene
Governance Poll. Per Biondi +2.6 rispetto al giorno dell’elezione (19esimo), il primo cittadino di Teramo guadagna... -
Ecco perchè Valdo dovrebbe accettare il cartellino rosso dalla giunta
Convoca la stampa e i supporter per piangere sul latte versato: storia di un assessore che... -
FOTO / Parte il secondo mandato di Costantini, senza l’opposizione
A Giulianova proclamazione ufficiale degli eletti: in aula per la minoranza presente il solo Di Massimantonio...